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animali |cs127
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Concretismi,
field recordings e mirabolante destrutturazione digitale. The correct title should be written ANIMAli, a cross of “soul” and “animals” in Italian. This document finds its origin in a namesake musical theatre opera, based on “gestures and voices from Julio Cortazar’s “Rayuela”, whose soundtrack (here contained) was composed by Graziano Lella, alias ARG. I was left neither terribly disappointed nor howling with pleasure after listening to the CD, comprising a nine-movement acousmatic piece with a variety of interesting episodes (my preference going to nocturnal landscapes and ice-cold tampering of unspecified sources), a considerable amount of speaking entities (in truth, not always a welcomed presence) and states of affairs already experienced in myriads of similar electroacoustic adventures. What’s commendable is Lella’s attempt to circumstantiate the music more conscientiously than concrete-sound latecomers usually do; there are many who believe that wandering around the neighborhood with a portable recorder is enough to be authorized to release a record of field-bullshiting, and ARG luckily seems to try and distance himself from this canon. On the other hand there’s also a definite sense of irresolution in some segments - principally deriving from the lack of a valid architectural concept underneath - causing our absorption to dwindle a little bit. Perhaps this material works better while watching the stage performance; in any case, the good marks exceed the bad ones. Massimo Ricci (Temporary Fault) Composta e processada em estúdio para difusão através de equipamento de reprodução sonora, a peça sonora AnimaLi, de Graziano Lella (Creative Sources Recordings # 127) tem como ponto de referência e inspiração principal textos de Julio Cortazar retirados do romance Rayuela (1963), obra de transgressões várias, das mais relevantes da literatura latino-americana do Se. XX (edição portuguesa sob o título O Jogo do Mundo, pela Cavalo de Ferro, em 2008). Mas também das vozes de Luisa Merloni, Patrizia Romeo, Laura Riccioli, Manuela Cherubini e Michiko Hirayama. Referência ou referências principais, porque, além dos aspectos “intertextuais”, a escuta atenta de AnimaLi revela um manancial imenso de outras “vozes”, fora do universo literário e dos protagonistas físicos que o habitam, sons imersos no vasto mundo de possibilidades extravagantes que a criação electroacústica contemporânea tem para oferecer. Graziano Lella, sob o nome artístico de ARG, fundiu com mestria elementos de música concreta (vozes, sobretudo) e sons electrónicos processados para servir uma estratégia composicional voltada para a performance acusmática (som de fonte escondida – a expressão tem origem na Grécia Antiga, quando os discípulos de Pitágoras escutavam o mestre sem o ver, para que se concentrassem no que dizia e menos na sua imagem), em nove movimentos. O fito original era o da execução em espaço aberto, como fundo para a representação teatral, contexto físico e visual para o qual a peça foi desenhada e composta. Mas, se se quiser, AnimaLi, no rigoroso equilíbrio das suas proporções, ampla espacialização e potencial de fantasia, pode constituir uma boa proposta sonora para, por exemplo, ao luar, seguir com proveito acústico o curso das nuvens e o movimento das estrelas. Eduardo Chagas (Jazz e Arredores) I
wonder if it would be productive to draw a parallel between music like
this and contemporary poetry. ARG’s Animali operates within a well-established
avant-garde tradition, if the phrase doesn’t cancel itself out.
(Of course, it doesn’t, and the desire for a living avant-garde
that demolishes previous avant-gardes strikes me as an undergraduate and
valid one.) Listening to Animali without being familiar with Rayuela,
the Julio Cortazar text that this collection’s liner notes tell
me it pulled its “gestures and voices” from, nor much experience
with self-described “acousmatic” music, as I did, you’re
apt to feel at a considerable disadvantage when it comes to making sense
of the impenetrable snatches of speech, cricket-like feedback, and snippets
of a ping-pong game and what sounds like a sloppily sawed log that make
up the album’s first two tracks, “Apertura” and “Consolazione.”
Composed as it is of little properly musical content, I am tempted to
call it musique concrète if it weren’t for Graziano Lella’s
apparent insistence on the more esoteric “acousmatic.” The
terms are linked historically, so the distinction’s academic, as
Lella seems to be. At the same time, it’s useful for a listener
trying to get their bearings because it dissociates ARG’s approach
to sound from music-qua-music or even audio collage. To judge by this
album, Lella’s mostly interested in articulating sounds away from
recognizable musical structure and form. Inasmuch as it’s possible,
the texture of found sounds is explored here for its own sake.
[...]Quest’ultimo è curiosamente strutturato come il disco dei Taxonomy, nella veste di opera inscindibile, perfino in accorgimenti particolari quali possono essere la presenza di un ‘overture’ e di un ‘epilogo’. In realtà si tratta di un lavoro dalle caratteristiche molto più acusmatiche e molto più in linea con quella tradizione francese che fa capo a Luc Ferrari, che è pure uno degli elementi che confluiscono nel disco dei Taxonomy, dalla quale deriva una sua componente più morbosa. Tali caratteristiche hanno origine nel fatto che, se ho ben compreso, si tratta di un disco che raccoglie musiche scritte per una performance teatrale dedicata all’opera dello scrittore argentino Julio Cortazar. Ma pure scisse dalla performance, che a questo punto mi piacerebbe vedere, le musiche di Lella reggono benissimo all’ascolto. Oltre a quanto già detto, e ad una struttura evidentemente più composta a tavolino, “Animali” si differenzia anche per una tessitura più descrittiva, per una maggiore ‘trasparenza’ e per un uso più marcato delle voci umane (si possono udire quella dello stesso Cortazar, oltre a quelle di Luisa Merloni, Manuela Cherubini, Laura Riccioli, Patrizia Romeo e Michiko Hirayama). E pure il suo fascino equivale, e in qualche momento addirittura lo supera, a quello di “10 Taxonomical Movements”.[...] Mario Biserni (Sands-Zine) Arg è uno degli innumerevoli lavori del nuovo corso della Creative Sources e sono parecchi gli italiani che ne hanno rimpolpato le fila e che hanno seguito Luca Sigurtà, Claudio Rocchetti e Fhievel e gli ultimi due in ordine di apparizione sono Luca Mauri di cui recentemente abbiamo recensito il disco d'esordio e Graziano Lella/ARG. Immagino che il nome del romano per molti suoni completamente sconosciuto, in realtà trattasi di un membro del trio improvvisativo Taxonomy che oltre al suddetto comprende Roberto Fega ed Elio Martuscello. AnimaLI è la trasposizione sonora di una piece di teatro musicale tratta da Rayuela di Julio Cortazar. Il lavoro è cosparso di campionamenti di voce o di materiali rielaborati anche se propenderei per il fatto che si tratti di una natura di suoni mista. Dopo aver letto che Lella collabora abitualmente con una compagnia teatrale (Psicompompo Teatro) mi verrebbe da fare due più due e da dire che nell'ascoltare il disco si potesse anche immaginare... ed effettivamente potrebbe anche sembrare una colonna sonora per una performance di questo tipo. In realtà forse sarebbe una conclusione un po' facile dovuta anche al fatto che si tratta di un lavoro che gioca molto sulle pause e su pochi suoni sciorinati a tempo debito e portati fino in fondo al loro potenziale narrativo. Immagino che dopo quest'ultima perla sia anche facile immaginarsi un lavoro a drone, cosa che invece non è, infatti se una natura da improvvisazione elettroacustica c'è, è anche vero che si tratta di un lavoro che credo abbia un'origine molto più ponderata per essere "solo" improvvisato. La conseguenza logica di quanto detto è che ci si trova di fronte ad un cd per lo più molto tranquillo e molto bilanciato in cui silenzi e singoli suoni si alternano in un contesto di musica contemporanea dalle tinte fortemente elettroniche. Anche le tracce pur avendo una cifra stilistica che le lega, a volte sono parecchio diverse anche nelle durate che vanno dal minuto scarso ai nove della penultima, poi si passa dai suoni freddi in stile sonorizzazione fino alla digital-ambient di Filo Di Lana. Un lavoro molto asciutto, piacevole e lo stesso Lella all'interno del disco specifica che si tratta di un disco acusmatico: se seguendo Pierre Schaeffer si tratta di un lavoro che per sua natura è "svincolato dalle proprie cause", beh, è difficile non immaginarsi invece che questa registrazione sia slegata da un suo contesto "performativo". Andrea Ferraris (Sodapop)
Graziano Lella overlays and emulsifies electronically treated sounds into a complex musical diorama on Animali, an electroacoustic work from the opera piece of the same name. As a sort of aural theatre in miniature, its assorted pieces are of a sweeping mobility, characterized by dramatic contrasts and intricate detail. Each achieves a flow that is fresh and fluent, an ingenuity shot through with purpose. From the beginning, it's apparent enough that Lella is in control of the momentum of his pieces' development, in particular the rate of change in the relationships between different sounds. The nine minute "Filo Di Lana" contrasts rich, pealing tones with high-pitch grindings, before shifting its focus towards a cluster of more melodic drones, whose movements trace gentle micro-rhythms before dissipating. Mid-way through, these currents, once made to simply roll and intertwine as a part of an incessant cycle, begin to merge and cross with newfound ease; a glinting agitated surface regularly begins to break into textured swirls and sprays, out of which spring short-lived, and unexpected, sonic objects. Even later on in the work, against a hovering, droning mass of field recordings, desiccated jolts and crisp click-tones collapse into flurries of serrated sound fragments, creating a sonic environment that is marked as much by adventure as security. Together with the juxtaposition of these registers, these restless, fragmented exchanges are enriched and corrupted further by their interrelation with the vocal contributions of Julio Cortazar. It's a favorable context for Lella's mutating electronic environments. More often than not, they provide an uneasy equilibrium, which Lella can then efface with his jaggedly angular movements. Very much a work of becoming, the yoke of this album is astir with activity and thick with creativity. Max Schaefer (The Squead's Ear) Kolejny soundtrack tym razem nawiałzujałcy do utworu Julio Cortazara "Rayuela", ktory uk?ada sieł w kompozycjeł o posmaku lekko "powaz˛kowym". Mieszanka klimatów nieco "nocnej", posełpnej akuzmatyki, dz´wiełków o trudnym do zidentyfikowania pochodzeniu. Ca?os´c´ broni sieł klimatem, nie jest jednak zbyt odkrywcza. Za ma?o tu kontrapunktów, które by?yby ciekawe jako czełs´c´ narracji. Czuc´ tu dos´c´ mocno wytełz˛onał praceł kompozytorki - która nie bazuje na szorstkim, niezmasteringowanym field recordingu, a idzie nieco dalej. Brakuje jednak tu jakiegos´ g?ełbszego zamys?u- kawa?ka "architektury". Mys´leł, z˛e materia? lepiej by sieł broni? jako czełs´c´ widowiska teatralnego, ale jest wciałz˛ niez?y. Astipalea Records (Felthat) |