The Age of Bronze cs814

 

 

 

 

 

 

 

 

Chissà che musica si suonava, durante l'Età del Bronzo? Il periodo centrale nelle tre ere dei metalli (Rame, Bronzo, Ferro) va dal 3.400 al 1.100 a.C. circa, vede lo svilupparsi di villaggi di capanne, e lo stabilizzarsi degli insediamenti, per i quali era necessario creare vie di comunicazione (fonte: Treccani). Probabilmente non esisteva neanche il concetto di palco, e quindi di momento di ascolto collettivo. Però magari, qualcuno può aver iniziato ad ascoltare i rumori che gli attrezzi metallici producevano, fabbricando le asce, e a concepire una rudimentale idea di struttura ritmica.
Penso a questo, ascoltando “The age of bronze”, esordio su CD Creative Sources del trio Symbolist, formato da un percussionista, un violoncellista e un compositore esperto di media elettroacustici. Nell'ordine: Stephen Flinn, Guilherme Rodrigues, e Roy Carroll, di stanza a Berlino.
Si tratta di un'unica traccia di quasi mezz'ora, dove quello che ascoltiamo sono suoni, ma soprattutto rumori, che cambiano continuamente, e a parte qualche ovvio stridore di corda attribuibile al violoncello, è molto difficile a un certo punto capire chi stia suonando cosa. Il trio affonda nei timbri dei suoni, li elabora fino a renderli irriconoscibili, e, come dichiarano, possono ottenere delle allucinazioni acustiche.
Si tratta di un'esperienza acustica immersiva, che in molti punti sembra ambientata nell'officina di un arrotino, tante sono le superfici “strisciate” che risuonano nell'aria, accompagnate da colpi percussivi assolutamente aritmici. Forse questa era la vera colonna sonora dei fabbri, al di là delle più armoniche musiche delle ricostruzioni storiche di Quark! Ma ora vediamo il filmato... Gilberto Ongaro (MusicMap)

Put out on the circuit via Creative Sources on June 28th, 2k24 is "The Age Of Bronze", the full length album debut by a transnational trio named Symbolist which is comprised of Stephen Flinn, Guilherme Rodrigues and Roy Caroll. Fusing the sounds of percussion, cello and what is described as electroacoustic media in the accompanying press sheet the group presents an extended, roughly 29 minutes spanning composition on their firstling which opens on a slowly changing, ever so droning nocturnal Ambient note backed by hypersparse, slowly emerging rhythm signatures and electronic textures which pave the way for ever thickening layers of slightly off-kilter string interventions, scraping and well unsettling UnAmbient sequences evoking distant memories of Musique Concrete as well as electroacoustic sound processing, moments of near silence and distant movements of heavy or at least clanging objects in a distance, screaming and squealing sheet metal and other near field recordings of unidentified percussive movements which, at least in terms of their dynamics, provide a short, yet distinct climax for this fascinating piece of Deep Listening Music which might reveal even more layers and subtle depths in future listening sessions to come. Go check. Baze.Djunkiii (Nitestylez)